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RIFLESSIONI del Direttore Generale Michele Albanese

EMERGENZA COVID: NUOVI SCENARI

Viviamo in un paese dove vi è la presunzione di pensare che tutti possano sapere tutto, che ognuno possa riuscire a determinare qualcosa di interesse pubblico, indipendentemente dai propri studi e della conoscenza.

RIFLESSIONI del Direttore Generale Michele Albanese

Ognuno di noi, ormai, ad esempio, si è trasformato nel miglior virologo di questo mondo ed intende individuare soluzioni a tutto ciò che sta accadendo nella nostra società, non conoscendo nello specifico i problemi, bensì pontificando a destra e manca, creando spesso solo confusione.

È prioritario porre l’accento, in questo periodo, sulla delicatezza del momento che stiamo vivendo: una fase dove si senta parlare di seconda ondata di contagi, quando, alla fine, invece, non è mai terminata nemmeno la prima.

Da Direttore Generale di una Banca di Credito Cooperativo che opera in un territorio limitato, in due Regioni, sto facendo diverse riflessioni, in questi giorni, su quello che potrebbe essere l’impatto economico derivante da un nuovo lockdown, anche con il supporto di tanti interventi che si stanno susseguendo sul tema.

Fonti del Governo hanno cercato di sgombrare immediatamente il campo da questo rischio, ma sappiamo benissimo come queste dinamiche possono, improvvisamente, cambiare e peggiorare senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

Se facciamo un passo indietro e guardiamo a ciò che è accaduto da marzo scorso in poi, possiamo rapidamente ricordare come abbiamo vissuto giorni che verranno, sicuramente, riportati nei libri storia, perché hanno segnato la vita di tutti.

Ci siamo ritrovati in un tunnel inaspettato, dove veniva data priorità assoluta alla salute pubblica a cospetto di ogni altra dinamica. Una posizione decisa, chiara anche ben differente rispetto a ciò che è accaduto negli altri paesi europei e del mondo.

In quei mesi, nonostante le difficoltà, vi è stata un forte unità nazionale e tutti abbiamo dato una grande prova di responsabilità (forse nessuno ci credeva, ma è stato così), riuscendo, con enormi sacrifici, ma non senza un alto prezzo pagato, a venirne a galla.

È sempre il passato che deve aiutarci a comprendere come affrontare il futuro; difatti, ritengo che il modo in cui è stata vissuta quell’emergenza non debba essere assolutamente dimenticato perché rappresenta il cammino da seguire anche oggi.

L’analisi che, con umiltà, cerco di approfondire, concerne ciò che è accaduto dal punto di vista economico nel nostro contesto territoriale e in un’azienda bancaria come quella che dirigo che rappresenta, sicuramente, uno spaccato importante della nostra economia.

Abbiamo gestito una mole di lavoro grandissima, per rispondere al meglio alle richieste della clientela e, soprattutto, lanciare messaggi di tranquillità e supporto.

A conferma di ciò abbiamo garantito tutto ciò che i vari decreti governativi prevedevano, dando ossigeno a tante realtà che, nel frattempo, si trovano a chiudere temporaneamente i battenti.

Ho sempre ritenuto che l’aspetto psicologico del nostro lavoro rappresenti la chiave di volta per interpretarlo nel modo migliore e, da questo assunto, abbiamo affrontato le difficoltà, perché sospendere immediatamente le rate di un mutuo ad una piccola impresa edile oppure al commerciante di prossimità, ha garantito una tranquillità che, in quel momento, non era scontata, così da trasmettere una vera condivisione di un problema e di una difficoltà.

Successivamente, abbiamo immesso nell’economia locale una quota importantissima di finanziamenti, nonostante alcuni problemi che già all’inizio abbiamo rilevato nel meccanismo complessivo di funzionamento, in quanto, tanti hanno immaginato che bastasse passare da una filiale di una Banca per ritirare queste somme.

Tutto questo per contestualizzare quanto e come, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito.

Oggi, invece, a che punto siamo?

Spesso tanti di noi dimenticano il passato, ma tutto ciò che in quei mesi è stato, nel vero senso della parola, congelato, prima o poi potrà essere l’incognita da affrontare.

I finanziamenti in moratoria, nello specifico, non dovranno diventare un boomerang impazzito ed essere un serio problema per l’intero sistema, visto che ci si aspetta un impatto, in ogni caso, abbastanza pesante per le Banche. Questo stock di mutui congelati dopo il 31 gennaio 2021 “dovrebbe” riprendere il regolare ammortamento, tranne quei casi in cui vi sia stata la decisione del cliente di ripristinare già da subito i pagamenti delle rate, ma il condizionale è d’obbligo.

Ad oggi, quindi, nonostante le previsioni del caso, la prudenza, le precauzioni che le Banche possono mettere in atto, potremmo trovarci di fronte ad un ammontare di crediti in difficoltà di restituzione ben al di sopra di ogni previsione.

E questo valore potrebbe, in ogni caso, peggiorare se, nel frattempo, ci dovessimo trovare nella sciagurata situazione di abbassare nuovamente le saracinesche.

Chi ci governa deve essere compreso, in quanto, la situazione sanitaria, se non gestita, potrebbe anche degenerare, determinando un caos da tutti i punti di vista.

Anche in questo caso, però, siamo noi a poter determinare: ogni cittadino ha nelle proprie mani la possibilità di agire, nel suo piccolo, ed evitare di costringere chi ci governa ad assumere decisioni drastiche, che sono convinto, nemmeno loro vorrebbero.

È indispensabile avere un forte senso di responsabilità perché le azioni sbagliate da parte di qualcuno potrebbero pregiudicare tutto quello che è stato fatto prima, ma in maniera definitiva, questa volta.

Non abbiamo più il tempo e lo spazio per poter affrontare ciò che accadde a marzo e come abbiamo fatto a marzo.

Comprendo benissimo che la limitazione della libertà per ogni cittadino, per ognuno di noi, rappresenta una violazione della propria persona, ma oggi c’è bisogno di grande responsabilità, perché i danni di eventuali percorsi di chiusura delle attività potrebbero essere davvero la fine di un intero ciclo economico territoriale e non. Le aree su cui operiamo, infatti, già scontano carenze e limiti dal punto di vista strutturale ed una nuova stretta su un’economia già debole significherebbe davvero qualcosa di irreparabile.

La questione sanitaria va affrontata, ovviamente, con gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione e cioè comportamenti corretti e le precauzioni del caso; un shock economico non avrebbe più alcuno strumento per poter riavviare un motore già in netta difficoltà.

Lo Stato ed anche la Regione Campania hanno messo in atto tutta una serie di iniziative a supporto dell’economia, dai prestiti garantiti, ai vari sussidi, con un impiego di denaro senza precedenti che pagheranno, purtroppo, in termini di debito pubblico, le giovani generazioni.

Questo grosso contenitore di aiuti, seppur considerati insufficienti per tanti, non potrà essere ripetuto, in seguito ad un’eventuale nuova chiusura, determinando qualcosa che è impossibile da decifrare e da immaginare.

Alcune misure del Governo, addirittura, non hanno visto ancora la luce, come CIG, bonus vari (vedi Superbonus 110%), quindi, proviamo ad immaginare un po’ cosa potrebbe mai accadere nella sciagurata ipotesi di un altro lockdown.

È un discorso molto delicato, che merita la dovuta attenzione, come credo che sia, da parte di tutti. Mi auguro che, da un lato vi sia un forte senso di responsabilità da parte di ognuno di noi, ma che si riesca a trovare un equilibrio necessario tra la soluzione del problema sanitario o il contenimento dello stesso, con quelle che sono le dinamiche economiche di un paese già barcollante, che non possono essere dimenticate.

Chi ci governa ha l’arduo compito di fare sintesi ed intraprendere una strada; a noi cittadini spetta il compito di aiutarli percorrendo questo cammino nel modo meno rischioso.

Nessuno potrà mai prevedere quando tutto questo finirà, ma ognuno di noi può essere l’artefice di una rinascita in nome del senso di responsabilità, dell’equilibrio e del rispetto per gli altri.

Le leggi e le norme hanno un ruolo determinate nella società, ma senza la correttezza predisposizione dei cittadini, nessun provvedimento avrà un valore e consentirà il raggiungimento dei risultati sperati.

Il nostro sistema economico va tutelato in tutti i modi, perché è ricchezza, è valore, è futuro.

Ognuno di noi dovrà tenere a cuore tutto ciò, perché non abbiamo altre possibilità. Questa è già l’ultima.


Michele Albanese
Direttore Generale, Banca Monte Pruno

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