In ricordo del Presidente Mordente
Caro Presidente, per tantissimi anni, nei vari incontri pubblici e durante le assemblee dei soci, dopo il tuo intervento dicevi: “passo ora la parola al direttore Albanese”. Oggi la prendo senza che tu lo chieda consapevole che non è certamente facile riuscire a parlare in questi momenti.
Non è facile, sia perché il coinvolgimento emotivo e sentimentale prende in maniera inequivocabile il sopravvento sulla ragione, sia perché oggi ci lascia una persona a cui ero, come tutti sanno, particolarmente legato non solo dal punto di vista professionale e lavorativo, ma anche da quello personale e familiare.
Ho immaginato, in queste ultime ore, a cosa avrei dovuto dire in questi momenti, a quali parole avrei potuto esprimere dinnanzi la sua cara famiglia, ai tanti soci, ai numerosi clienti ed amici come saluto finale al Presidente Mordente.
Sono comunque convinto come sia impossibile riuscire a colmare il vuoto che il Presidente Mordente lascia nei nostri cuori, dopo tanti anni dedicati alla famiglia, al lavoro ed alla Banca Monte Pruno.
Sì, la Banca Monte Pruno, una creatura a cui credeva moltissimo, a cui a dato tantissimo in termini di lavoro, esperienza e professionalità.
Si trovò il 1°maggio del 1994, dopo la prematura scomparsa del Presidente Michele Albanese, ad esserne nominato Presidente. In un momento non certamente facile, in un ruolo estremamente complesso, in un periodo di grande difficoltà per la Banca.
Immane fu il suo lavoro e quello del Presidente Albanese.
Era questo un importantissimo riconoscimento dopo tanti anni di lavoro e sacrificio per far sì che la Banca riuscisse a rimanere in vita e non fosse assorbita da altre consorelle.
Ed io, essendo uno dei pochi testimoni, posso ricordare perfettamente il loro sforzo, il loro impegno, la loro caparbietà, la loro abnegazione, la loro testardaggine nel non voler mollare un solo centimetro di fronte ai numerosi problemi che a quel tempo si riscontravano.
Insieme sempre, giorni e notti trascorsi per gli interessi della banca; chilometri percorsi accompagnati dall’immancabile sigaretta.
E qui permettetemi di interpretare anche il pensiero dell’attuale Presidente Anna Miscia, la quale conobbe il Presidente Mordente quando ancora svolgeva attività presso la Banca d’Italia. Lei, quando li vedeva arrivare nel suo ufficio a Salerno, affettuosamente, sapendoli sempre insieme, esclamava “ecco, sono arrivati il gatto e la volpe”.
Il Presidente Anna Miscia ha sempre avuto un rapporto di grande cordialità e rispetto verso il Presidente Mordente, perché intuì, da subito, il suo grande legame ed il senso di appartenenza verso la Banca oltre che per i tanti valori a cui, quotidianamente, si appellava.
E proprio la dottoressa Anna Miscia, sempre nella stessa data, il 1°maggio, però di 19 anni più tardi, su espressa volontà del Presidente Mordente, ricevette il testimone assumendo la Presidenza in sua sostituzione.
Tutti i soci, per acclamazione, furono allora d’accordo nel conferire al Presidente Mordente il titolo di Presidente Onorario della Banca in senso di riconoscenza e grande rispetto per l’enorme azione messa in atto a favore della Banca.
Un ruolo in grado di far proseguire la sua azioni all’interno della struttura, assicurando la sua presenza quotidiana in ufficio e la partecipazione alle riunioni del Consiglio fino allo scorso anno quando è stata interrotta solamente per ragioni connesse alla sua salute.
Fu un professionista di primissimo piano, un uomo di cultura ricco di valori; una persona di livello, capace di essere un punto di riferimento per tutti.
Sapeva essere autoritario ma, allo stesso modo, riusciva, in maniera autorevole, a collaborare per il bene della Banca senza protagonismi.
Il suo attaccamento alla Banca è stato sempre fortissimo e non posso che ricordare, con grande piacere, ed oggi anche con rammarico, la sua presenza ogni giorno in Banca a Roscigno, puntuale tutte le mattine.
Ma ricordo benissimo come, già claudicante, veniva a trovarmi in ufficio addirittura a Sant’Arsenio presso l’attuale sede amministrativa, almeno una volta la settimana, fin quando le forze gli hanno consentito di essere presente.
E questo lo faceva anche dopo che era stata nominata Presidente la dottoressa Miscia.
Solo il suo stato di salute, purtroppo, gli impedì di proseguire le sue visite con l’onnipresente accompagnatore Alfredo Resciniti che, per anni, lo ha accompagnato in ogni dove, perché lui non ha mai fatto un’assenza a nessuna riunione a cui veniva convocato, che fosse stata in sede, a Salerno presso la Federazione Campana delle BCC o a Roma presso il Fondo di Garanzia dei Depositanti dove pure ha portato la sua esperienza.
Svolse, come detto, un’intensa azione anche presso la Federazione Campana delle BCC, promuovendo con passione i valori del credito cooperativo.
Non c’è stato un giorno dove non ci siamo sentiti a telefono ed anche quando le sue condizioni non erano ottimali, lui doveva telefonarmi, puntuale alle ore 13, per chiedermi com’era la situazione e come stavano le cose.
Voleva essere sempre tranquillizzato che le cose stessero sempre per il verso giusto. Continuava, anche telefonicamente, a farmi le dovute raccomandazioni, a darmi i dovuti suggerimenti.
Non mancavamo neppure di scontarci sul lavoro, com’è normale che sia. Ma ci scontravamo per motivi spesso futili, litigavamo come un padre litiga con un figlio e poi, entrambi, dopo qualche giorno, cercavamo la complicità della figlia Antonietta (da me definita sorè) per fare pace.
Il confronto ed il dialogo hanno sempre contrassegnato il nostro rapporto e, nonostante lui fosse il Presidente, ha sempre avuto un grande rispetto delle mie posizioni, senza prevalere, ma aprendo sempre un dialogo costruttivo sulle situazioni.
Ogni domenica non mancavo da casa sua; tutte le domeniche mattina, infatti, ero da lui. A parlare di cosa ? a parlare della Banca e del futuro della Banca.
E le mie visite rappresentavano il segno di chi riconosceva il ruolo, ma soprattutto, riconosceva il peso specifico di uomo che mi aveva dato tanto e stava continuando ancora a farlo, nonostante i giorni e l’età passassero inesorabilmente.
Caro Presidente Mordente, ora sarai lì su, insieme al Presidente, mio zio Michele, e sicuramente potrai raccontare a lui cosa siamo riusciti a costruire, dove abbiamo portato la “nostra” Banca, dove è stata condotta e che realtà è diventata nell’intero movimento del credito cooperativo. Digli che le promesse che, entrambi, gli facemmo nel discorso commemorativo alla sua morte, sono state mantenute.
Potrete, quindi, proseguire, lassù, quella forte complicità che ha sempre contrassegnato il vostro rapporto.
Due persone che si compensavano benissimo, da cui potevi, in ogni secondo, apprendere qualcosa di utile.
Devo tantissimo al Presidente Mordente, non solo per la fiducia dimostrata in ogni secondo, ma anche per le cose che ho avuto l’onore di poter apprendere.
Non posso nascondere come mi abbia dato piena e completa fiducia in tutto ciò che io facevo, senza se e senza ma.
Ed è giusto riconoscere come la mia crescita professionale sia stata ampiamente influenzata dalla sua figura.
Fu lui ad insegnarmi le tecniche dello scrivere.
Io molto umilmente, più volte ho ricordato che fu lui, insieme a mio zio, a mettermi la penna in mano.
Il Presidente Mordente mi dedicò davvero tanto tempo, ogni giorno e ogni momento.
Ed anche per questo sarò sempre riconoscente e lo ringrazierò costantemente senza mai dimenticare.
Furono tantissime le ore trascorse insieme a scrivere, ad esempio, verbali e delibere della Banca. Momenti che non saranno mai cancellati dalla mia mente.
Caro Presidente Mordente, il tempo è passato velocemente ed oggi ci ritroviamo qui, tutti insieme, a ricordarti ed a darti l’ultimo saluto.
È rappresentata tutta la Banca Monte Pruno dagli amministratori, ai sindaci, ai dipendenti, a tanti soci; tantissime persone che hanno voluto testimoniare il loro affetto verso di te.
Io non posso che raccogliere anche i loro pensieri, ricordandoti che resterai, per sempre, nella memoria di tutti come una persona che ha dato tanto alla Banca ed ha partecipato attivamente e costantemente alla sua crescita ed al suo sviluppo.
Voglio concludere questo mio pensiero mandando un forte abbraccio alla tua famiglia, da tua moglie Liliana, ai figli Antonietta, Annamaria e Vincenzo ed ai generi Camillo e Tony che tu hai trattato come figli e loro come un padre.
Oggi caro Presidente Mordente lasci un vuoto incolmabile.
Oggi tutti siamo più soli senza di te.
Personalmente oggi mi lascia una persona che mi ha guidato nel mio percorso professionale, dandomi tanto sempre con estrema professionalità e grande attenzione.
Presidente Mordente, a nome di tutta la Banca Monte Pruno e di tutto il territorio di competenza, ti saluto, ringraziandoti per aver partecipato con lavoro, interesse e sacrificio alla crescita di una realtà che nessuno di noi avrebbe mai sognato .
Siamo certamente tutti più soli, ma il ricordo albergherà sempre nei nostri cuori con la viva certezza che anche tu, insieme al Presidente Albanese, da lì su, guiderai la nostra azione ed il percorso della Banca per un futuro sempre più roseo.
E quello che chiesi a lui, nel mio discorso di commemorazione per la sua morte, chiedo a te:
“amaci dal cielo così come ci ha amato sulla terra”
Grazie ancora di tutto, continueremo a volerti bene.
Corleto Monforte, 4 novembre 2015