Ci risiamo: attenti alle nuove norme europee sulle insolvenze. "Io non ci sto".
Ho utilizzato questa preziosa rubrica per trasmettere delle emozioni o delle sensazioni caratterizzanti alcuni particolari momenti del nostro percorso economico, principalmente, in questo frangente di vita, così delicato e ricco di insidie, senza mai dimenticare il ruolo svolto ed il compito che spetta a noi, da artigiani del credito, come ci piace definirci, a supporto ed al fianco delle realtà economiche del territorio.
In tale ambito, si inserisce una mia riflessione su quello che accadrà dal 01/01/2021 nel mondo bancario e che interesserà tutti coloro che hanno una qualsiasi forma di finanziamento presso una Banca.
Se ne parla ancora poco degli effetti che potrebbero concretamente generarsi ma, già da qualche giorno, si comincia a leggere qualcosa di interessante. Alcune realtà bancarie, per l’appunto, hanno iniziato ad informare la propria clientela che, in caso di mancata disponibilità sul proprio conto corrente, i pagamenti automatici, quali ad esempio le utenze, non verranno addebitati, ma restituiti impagati al mittente.
Occorre immediatamente sottolineare come l’elasticità abbia rappresentato e rappresenti una sorta di prassi operativa che le Banche hanno finora mantenuto, determinata sia da un rapporto di fiducia sia da una conoscenza diretta del cliente e della sua serietà.
Oggi, però, qualcosa sta cambiando in maniera molto netta e preoccupante.
Personalmente mi dispiace molto, perché tali cambiamenti non vanno a considerare, con la dovuta profondità, ciò che sta accadendo all’economia, in seguito, alla pandemia. Regole dettate e costruite prima del 2020, non potrebbero e non dovrebbero essere automaticamente applicate come se nulla fosse successo.
Ormai è sempre più consueto rilevare comportamenti autoritari da parte di Enti regolatori comunitari, i quali non considerano come dietro ogni azione vi sia un effetto che si protrae su persone e realtà economiche; purtroppo, in questo modo, ognuno di noi diventa concretamente un numero, nonostante tutti gli sforzi finora compiuti dal mondo del credito cooperativo di proporre, nel settore, un’offerta differente nei comportamenti e nei modi, senza aver mai creato, nel contempo, grossi e pericolosi default rispetto ad altri.
Di questo, come detto, sono fortemente preoccupato.
Entriamo, ora, velocemente nel dettaglio di cosa accadrà dal primo gennaio del prossimo anno.
In conseguenza di un Regolamento Europeo, entrerà in vigore la nuova classificazione europea dello stato di inadempienza, caratterizzata da soglie a dir poco irrisorie.
Un meccanismo che irrigidisce, ancor di più, come ho avuto modo di anticipare già prima, l’azione delle Banche, le quali si trovano a non poter più gestire, con elasticità, una relazione bancaria con un’impresa o con una persona fisica.
Per un’impresa, ad esempio, sarà sufficiente avere un arretrato (definito rilevante) per 90 giorni, superiore a soli 500 euro che rappresenti più dell’1% dell’esposizione verso una Banca, per essere inserita tra i cattivi pagatori.
Una cifra a dir poco irrilevante che comporterà una vera reazione a catena sulle imprese, sul loro rapporto con gli istituti di credito, sulla loro capacità di richiedere credito.
E non è tutto...
A rientrare in questo meccanismo ci sono anche le persone fisiche.
Qui l’arretrato in questione non deve raggiungere la quota di soli 100 euro...
Un meccanismo quasi perverso che espone le Banche ad un blocco totale della loro flessibilità, in quanto, la presenza di un arretrato, così irrisorio, pregiudica l’intera posizione con tutto ciò che ne deriva in termini di classificazione a default del cliente o delle relative segnalazioni anche in Centrale dei Rischi.
Oltre a tutti i tecnicismi del caso, che sono indispensabili, ma non è certo questa la sede più opportuna, ritengo che sia fondamentale attivare un veloce e puntuale processo informativo per la clientela, che si trova a subire l’impatto operativo di questa regolamentazione, evitando, di pensare che, come solitamente succede, siano sempre le Banche colpevoli di tutto.
Da qui la mia volontà di dedicare uno scritto specifico a questa tematica, per avviare, pertanto, un primo contatto di aggiornamento con la clientela su quello che sta accadendo, sia per un migliore coordinamento dei loro rapporti con le Banche sia per evitare conseguenze negative per il loro rating bancario.
Sotto questo punto di vista condivido pienamente lo sforzo dell’Associazione Bancaria Italiana, nel promuovere una campagna di comunicazione sull’argomento, in un momento già così particolare.
Prendo spunto proprio dall’ABI, e condivido con i nostri clienti, alcuni consigli per ottimizzare il rapporto tra cliente e banca, così da non incorrere in complicazioni di cui diventerebbe molto più complicato tirarsi fuori:
- rispettare le scadenze ed evitare di accumulare arretrati, anche di modesta entità, pianificando entrate ed uscite mensili e tenendo sempre aggiornato il bilancio familiare;
- verificare frequentemente i saldi dei conti correnti e delle carte di credito;
- evitare di ricorrere a troppi prestiti contemporaneamente, anche di piccolo importo prestando attenzione alle condizioni proposte;
- se si è in difficoltà nei rimborsi, parlarne subito con la propria banca per valutare insieme possibili soluzioni.
Un quadro molto sottile e difficile quello che ci apprestiamo a vivere dall’inizio del prossimo anno, dove ognuno di noi dovrà fare grande attenzione alla pianificazione dei propri impegni, facendosi supportare nella maniera giusta dalla propria Banca. Queste ultime, con estrema velocità, dovranno farsi trovare pronte a queste nuove sfide, semplificando il compito dei clienti e diventando sempre più evolute verso forme di “consulenza predittive” e non di mera constatazione di un problema.
Oggi, per l’appunto, vi è la necessità di anticipare i problemi ed indurre i clienti a fidarsi dei consigli degli operatori, che vadano nella direzione di evitare conseguenze negative sia per chi finanzia, costretto ad attivare procedure di recupero, sia per chi viene finanziato, sulla scorta di regolamenti e normative molto discutibili ed a tratti molto anacronistici.
In conclusione, l’invito è quello di mantenere alta l’attenzione e prepararsi all’ennesimo colpo basso che l’Europa sta tirando al nostro mondo ed alla nostra economia, già debole ed alla ricerca di un futuro meno turbolento.
Mi duole tanto ritornare su questi argomenti, ma è evidente come il problema sia ormai realtà e come l’Europa punti ad uniformare tutte le esperienze bancarie verso forme di aziende dove non esiste alcun rating umano, dove la presenza delle persone diventerà, presto, sempre di più un dettaglio.
In un mondo della specie, dove ho enormi difficoltà ad immaginare un funzionamento a servizio del territorio e dell’economia, mi chiedo e chiedo: “Chi avrebbe dato ascolto alle centinaia di migliaia di famiglie ed imprese che si trovano ad affrontare le conseguenze economiche della pandemia? “.
Se le risposte sono quelle che oggi ci arrivano dall’Europa, credo che davvero siamo nei guai e mi viene da gridare ad alta voce, richiamando il Presidente Scalfaro, pur sapendo che nulla conta, “IO NON CI STO”.
Michele Albanese
Direttore Generale, Banca Monte Pruno