Al via la campagna di donazione del sangue da cordone ombelicale
Il 29 marzo presentazione del progetto
La Sala Cultura della Sede Amministrativa della Banca Monte Pruno, a Sant’Arsenio, ospiterà l’avvio di un importante progetto di sensibilizzazione.
Venerdì 29 marzo 2019, dalle ore 17:30, verrà presentata l’idea progettuale “LA DONAZIONE DEL SANGUE DA CORDONE OMBELICALE – Banca del sangue cordone ombelicale – P.O. “Luigi Curto” di Polla – U.O.C. Ostetricia e Ginecologia”.
L’evento è organizzato dal Circolo Banca Monte Pruno in collaborazione con l’Associazione Monte Pruno Giovani e la Fondazione Monte Pruno.
Durante l’incontro, coordinato da Antonio Mastrandrea, Presidente dell’Associazione Monte Pruno Giovani, interverranno per i saluti introduttivi Aldo Rescinito, Presidente del Circolo Banca Monte Pruno, e Michele Albanese, Presidente della Fondazione Monte Pruno.
Relazionerà, invece, il dott. Francesco De Laurentiis, Direttore U.O.C. Ostetricia e Ginecologia del Presidio Ospedaliero “Luigi Curto” di Polla.
Il sangue del cordone ombelicale è una preziosa riserva di cellule staminali emopoietiche, le quali sono capaci di autoriprodursi e di dare vita a tutte le cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Queste si trovano nel midollo osseo, nel sangue circolante e nel sangue del cordone ombelicale del neonato.
Le cellule staminali emopoietiche trapiantate in pazienti affetti da gravi patologie ematologiche (leucemie, linfomi) o malattie genetiche come, ad esempio, l’anemia mediterranea o Morbo di Cooley, sostituiscono il midollo osseo malato e ne rigenerano tutte le componenti. Non tutti i pazienti che necessitano di trapianto hanno un donatore di midollo osseo compatibile, per cui disporre di un’altra fonte di cellule staminali fa aumentare la possibilità di trapianto e dà loro una reale possibilità di guarigione.
In Italia è consentita la conservazione del sangue cordonale per uso dedicato, cioè in tutti quei casi in cui esso può essere utilizzato per un membro della famiglia affetto da una patologia curabile con le cellule staminali emopoietiche, oppure nel caso in cui nell’ambito della famiglia stessa vi sia un elevato rischio di malattie genetiche, che potrebbero riguardare futuri figli (Decreto Ministeriale del 18 novembre 2009) ed è garantita, a fronte della presentazione di adeguata documentazione clinica, senza alcun onere economico per il paziente e la sua famiglia.
La conservazione autologa, invece, non è consentita in Italia poiché non sostenuta da evidenze scientifiche (attualmente è ritenuta un “atto medico inappropriato”), tuttavia, la coppia può, a proprie spese, esportare, previa autorizzazione Ministeriale, il sangue del cordone ombelicale presso istituti privati all’Estero.
Venerdì, quindi, verrà dato l’avvio al progetto che vedrà anche altri eventi di divulgazione e sensibilizzazione sul territorio.