Dal 1° Gennaio stop ai libretti al portatore
di Annunziata Curto
Resta davvero pochissimo tempo e dovremo dire addio agli ultimi libretti al portatore in circolazione. Ultimi giorni, quindi, a disposizione per tutti coloro che hanno questi strumenti di risparmio per effettuarne l’estinzione nei termini previsti dalla legge.
Prima di entrare nel vivo della normativa e delle incombenti scadenze, è opportuno fare un excursus su questa tipologia di strumento di risparmio molto utilizzato, se si pensa che alla fine del decennio scorso i libretti in circolazione sfioravano la quota di 26 milioni di unità e che per anni hanno fatto parte della quotidianità di tante famiglie.
Il libretto di risparmio è il documento che la banca rilascia al cliente al momento dell’apertura di un deposito a risparmio, sul quale vengono annotate tutte le operazioni di prelievo e versamento. I libretti al portatore, a differenza di quelli nominativi utilizzabili esclusivamente dalla persona che ha aperto il rapporto di deposito e che quindi ne risulta titolare o da persona delegata dal titolare, non essendo legati ad un utilizzatore in particolare, permettono l’uso a diversi fruitori, pertanto, lo stesso può essere impiegato da chiunque lo detenga al momento del prelievo o del deposito presso lo sportello bancario.
Le particolarità del libretto al portatore hanno imposto forti misure restrittive in materia di Antiriciclaggio per limitare il fenomeno dell’evasione fiscale, del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo.
Il legislatore ha cercato di rendere l’addio il più indolore possibile, data la rilevanza dello strumento, riducendone nel tempo l’importo massimo depositabile. Il vero “scossone” normativo per i libretti al portatore è arrivato con il Decreto legislativo 90/2017 che ha recepito la IV direttiva comunitaria in tema di antiriciclaggio.
La norma, dal luglio 2017, prevede l’obbligo sia per gli istituti bancari che per gli sportelli postali di emettere soltanto libretti di deposito nominativi, ma soprattutto sancisce il divieto di trasferimento da un portatore ad un altro. Il passaggio però è stato davvero graduale, nell’arco di dieci anni è stato ridotto il tetto massimo del saldo dei libretti dagli originari 12.500 euro agli attuali 1.000 euro con l’obbligo di comunicazione entro 30 giorni alla banca della data del trasferimento e i dati identificativi del cessionario.
Il tempo c’era, tutti ampiamente preparati e chi non si è adeguato andrà incontro inevitabilmente a sanzioni.
Dal 1° gennaio questi strumenti saranno inutilizzabili e chi si recherà in banca con uno strumento al portatore sarà segnalato al Ministero dell’economia e delle finanze, tramite comunicazione da parte della Banca o di Poste Italiane e pagherà dai 250 ai 500 euro di sanzione amministrativa.
Cosa resta da fare per chi ancora non lo avesse già fatto? Recarsi in banca (entro il 31 dicembre) e optare per la conversione del libretto al portatore in uno nominativo, trasferire l’importo del saldo del libretto su un conto corrente o chiederne la liquidazione in contanti.
Annunziata Curto
Ufficio Contabilità, Banca Monte Pruno
annunziata.curto@bccmontepruno.it