Assegno digitale e nuova procedura CIT
di Antonella Paladino
Il 2018 è stato l’anno che ha contribuito in maniera decisiva al restyling del più tradizionale degli strumenti di pagamento diversi dal contante. Nuovo lay-out, procedura interbancaria Check Image Truncation (in breve CIT) e gestione telematica dei protesti sono solo alcuni dei tratti salienti che hanno segnato una svolta epocale al trattamento degli assegni.
Già dal 2016 le banche hanno iniziato a stampare tali titoli di credito seguendo specifiche regole, definite con l’obiettivo di favorire il processo di digitalizzazione e la lettura automatica dei dati. Ma è a partire dallo scorso anno, con l’entrata in vigore del Decreto Legge n. 70/2011 e successive integrazioni, che viene riconosciuto valore giuridico alle copie informatiche degli assegni che, una volta presentati allo sportello bancario, sono ora incassati in modalità completamente paperless.
Nello specifico, cosa si intende con l’acronimo CIT?
Il Check Image Truncation non è altro che il nuovo processo di incasso a cui tutto il sistema bancario è obbligato ad aderire, con il quale le copie informatiche degli assegni sostituiscono ad ogni effetto di legge gli originali cartacei e la loro conformità viene assicurata dalla banca negoziatrice, la quale, oltre a “catturare” i dati e l’immagine del titolo, è tenuta ad apporre la propria firma digitale.
La nuova procedura CIT interessa le seguenti tipologie di titoli:
- assegni bancari e circolari, assegni postali, vaglia postali e titoli speciali della Banca d’Italia denominati in euro, tratti presso una banca italiana o estera, negoziati sul territorio della Repubblica Italiana;
- assegni negoziati al di fuori della Repubblica Italiana, assegni di conto estero ed assegni emessi all’estero e pagabili presso aderente italiano.
È bene precisare che, dal punto di vista dell’operatività del cliente, non vi sono sostanziali cambiamenti. L’assegno in sé rimane comunque cartaceo, nulla cambia per quanto riguarda l’emissione e la circolazione. Analogamente, anche il versamento avviene come sempre in filiale o presso ATM multifunzione.
Cambiano, invece, le modalità di incasso per gli istituti di credito, che sono chiamati a trasformare l’assegno ricevuto in un nuovo formato digitale, a provvedere alla conservazione elettronica a norma per almeno dieci anni ed alla conservazione della materialità per almeno sei mesi dallo spirare del termine di presentazione.
In definitiva, quali sono, dunque, i vantaggi che si traggono da questa nuova procedura di incasso?
Dal punto di vista del cliente, i benefici principali sono rappresentati, in primo luogo, dalla sicurezza, in quanto si tende a contrastare il fenomeno delle frodi; in secondo luogo, si punta a maggiore tempestività e puntualità degli incassi. Dal punto di vista degli istituti di credito, la digitalizzazione rappresenta un importante passo avanti verso un’operatività snella che favorisce, pertanto, un alleggerimento dei costi operativi.
Antonella Paladino
Ufficio Contabilità, Bilancio e Segnalazioni, Banca Monte Pruno
antonella.paladino@bccmontepruno.it